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Azienda Agricola La Maldura

La Maldura è un'azienda agricola avvolta dal contesto rurale virgiliano, dove le serre auto-costruite si assemblano in un unico orto, e le tante specie di verdure coltivate scandiscono le stagioni del raccolto, crescendo senza il minimo uso di pesticidi ed erbicidi, supportati dalla zappa e innaffiati da sudore di fatica e sorrisi.

08 Novembre 2021

Parlateci un po' di voi

Prima di iniziare la nostra avventura a “La Maldura”, io e mio fratello facevamo lavori completamente diversi: io ho fatto sette anni in ufficio alla Belleli, mio fratello invece ha fatto l’idraulico per quasi dieci anni. Entrambi però non eravamo soddisfatti, volevamo un progetto appassionante che riempisse le nostre giornate. Quindi, quando si è presentata la possibilità di iniziare a coltivare un pezzettino di terra del nonno, abbiamo deciso di cambiare vita: per me ora alzarsi la mattina non vuol dire andare a lavorare, ma seguire il mio progetto, e secondo me nella vita quando raggiungi questo hai vinto. Dedicare te stesso a quello che ti piace ti riempie bene le giornate. Quindi la scelta è stata azzeccata, siamo contenti.
Dal pezzettino di terra iniziale poi ci siamo allargati e potremmo continuare all’infinito, ma ci siamo fermati perché vogliamo restare una piccola realtà che fa medie-piccole produzioni seguite da noi. Secondo noi abbiamo raggiunto un livello tale che io e mio fratello, con l’aiuto di qualche dipendente, riusciamo a seguire l’attività senza diventare delle macro imprese e quindi restare una piccola realtà contadina nella zona.

Cosa producete qui a “La Maldura”?

Cosa producete qui a “La Maldura”?

Puntiamo alla produzione stagionale: abbiamo una trentina di serre fredde e il resto lo facciamo a campo aperto; nei limiti del possibile cerchiamo di produrre tutto quello che è di stagione. Ovviamente un anno viene meglio una cosa, un anno ne viene meglio un’altra ma cerchiamo di avere sempre un sacco di assortimento, soprattutto nelle nostre stagioni preferite che sono primavera e autunno. Cerchiamo di fare il massimo, ci piace provare: ad esempio sono diversi anni che facciamo i ceci neri, che a Mantova sono una cosa insolita, e vengono molto bene, poi da anni produciamo anche la cicerchia, un legume molto buono, ricchissimo di ferro e altre proprietà, che cresce senza acqua quindi in previsione di un’ottica futura dove le risorse idriche saranno sempre meno, colture come queste saranno fondamentali

Cosa producete qui a “La Maldura”?

Anche i ceci neri e bianchi, qua da noi con terreni argillosi (ricchi di sostanze organiche) non hanno bisogno di acqua. Sono piante che crescono senza problemi, stanno bene e producono. Non abbiamo produzioni stellari ma noi puntiamo a fare poco e valorizzarlo.
Nel periodo autunno-inverno abbiamo tutte le brassicacee quindi cavoli, cavoli cappuccio, cavolfiore, tutte le foglie come insalate, bietole, erbette, cime di rapa, rapanelli, spinaci. Inoltre abbiamo le cose già raccolte e immagazzinate cioè cipolle, patate, zucche. In serra stiamo andando avanti molto bene con melanzane, pomodori, fagiolini, però siamo verso la fine stagione.

Quindi prestate attenzione anche alla sostenibilità ambientale?

Quindi prestate attenzione anche alla sostenibilità ambientale?

La produzione orticola ha bisogno di lavorazioni del terreno, preparazioni, a volte serve la pacciamatura perché non usiamo diserbanti. C’è bisogno di molti accorgimenti, certe produzioni necessitano di serre… insomma bisogna starci bene dietro, serve molto lavoro però è ovvio che stiamo attenti al risparmio idrico e non solo: facciamo lavorazioni del terreno solo quando necessario, irrighiamo l’80% con il goccia a goccia per dare meno acqua possibile e darla dove serve. 

Quindi prestate attenzione anche alla sostenibilità ambientale?

Quali sono le principali difficoltà che avete incontrato?

Una difficoltà è stata farsi l’esperienza per produrre: nostro nonno aveva un piccolo allevamento di produzione del latte, quindi avevamo già l’idea della campagna ma da lì a dire “divento un orticoltore” la strada è stata bella lunga. Quindi abbiamo fatto molti errori, i primi anni abbiamo fatto delle cavolate enormi. Ogni coltura ha le sue esigenze, il bello del nostro lavoro è che è diverso tuti i giorni, ne impari sempre una nuova. Quindi la difficoltà è più che altro avere la produzione: per stare in piedi devi produrre quintali e tonnellate di prodotti, sperando che il tempo non faccia disastri. Un’altra difficoltà è anche il ritmo di lavoro: noi lavoriamo 13/14 ore al giorno, sabati e domeniche compresi. Niente di imposto ovviamente, ma le prospettive e le priorità cambiano. Devi avere la passione per questa attività. Poi ci fai l’abitudine, è la quotidianità, hai sempre davanti dei problemi che bisogna affrontare. Il bello di produrre tante cose è che un prodotto ti può andare un po’ male, ma compensi con tutti gli altri.

Un altro problema che abbiamo è con la frutta, ne dovremmo produrre quintali e quintali e invece quest’anno abbiamo perso l’80% a causa del maltempo. Ogni anno c’è un problema: insetti, cimici, freddo tardivo. Questo è il cambiamento climatico, è arrivato e arriverà in maniera sempre più brusca. Perdi la stagione e perdi anche migliaia di euro. I pericoli ci sono, ma bisogna essere positivi.

Parliamo invece delle soddisfazioni

Parliamo invece delle soddisfazioni

La soddisfazione più grande è personale, perché fai nella vita quello che ti piace. Se fai quello che ti piace è una bella vittoria. È un augurio che faccio a tutti nella vita: combattere per quello che si vuole. Subito dopo, l’altra grande soddisfazione è la gente, dare da mangiare alla comunità dove vivi. Un’altra soddisfazione personale è l’auto produzione: vado a casa e mangio quello che produco io.

Parliamo invece delle soddisfazioni

Avete progetti per il futuro?

Ora vogliamo attrezzarci ancora di più per produrre in maniera più efficiente e quindi abbiamo già in mente due/tre attrezzature sulle quali investire.

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