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Sant'Antonio Chisolér

Un patrono per il mondo contadino

17 Gennaio 2021
Sant’Antòni chisulèr cal vè al darsèt da snèr.

Sant’Antòni chisulèr cal vè al darsèt da snèr.

Sant’Antonio abate, è indubbio che sia molto amato dal mondo contadino poiché la tradizione vuole sia il protettore di tutti gli animali. Nasce nel Medio Egitto intorno al 250 d.C., muore nel deserto della Tebaide il 17 gennaio del 356 all’età di 106 anni.

Figlio di agiati agricoltori cristiani, dopo la loro morte, ancora giovane, distribuì i suoi averi ai poveri e si ritirò nel deserto della Tebaide, dove condusse vita di penitente. 

Le immagini lo rappresentano con due elementi connessi tra loro: il maiale ed il fuoco. Il maiale è il simbolo del demonio sconfitto. Il fuoco richiama la malattia per la cui cura S. Antonio abate era particolarmente invocata, il “Fuoco sacro” o “male degli ardenti”, conosciuto anche come “fuoco di Sant'Antonio”, malattia a quei tempi letale, connessa a due diverse patologie: l'ergotismo e l'herpes zoster. Il primo è procurato da un fungo parassita delle graminacee, il secondo è causato dal virus varicella-zoster. Malattie che si manifestano sotto forma di eritemi e vescicole fastidiose e molto dolorose, che si possono protrarre anche per diversi mesi. La farmacopea popolare fin dal Medio Evo, riteneva che ungersi con una pomata a base di sugna di maiale fosse la panacea del “Fuoco sacro” 

 

Sant’Antòni chisulèr cal vè al darsèt da snèr.

Sant’Antòni dal gugìn, prutetùr di cuntadìn.

E'  invocato come patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori, dei fabbri e dei maniscalchi, dei birocciai e dei bovari, dei garzoni di stalla e dei veterinari. Soprattutto però fu reputato protettore di tutti gli animali domestici; quale potente taumaturgo capace di preservarli dalle gravi malattie. La sua festa è celebrata il 17 gennaio dove nelle chiese di campagna la sua statua è esposta sull’altare maggiore.Un tempo nell’ambito della Bassa la festa di Sant’Antonio abate era tra le più partecipate Nei giorni che la precedevano, tutti gli allevamenti del paese erano benedetti dal prete, il quale a compenso riceveva la cosidetta ghera, prodotti in natura come salami e cotechini fatti da poco. La sera prima il capofamiglia, dopo essersi accertato che gli allevamenti erano tutti in ordine e che gli animali erano stati ben puliti e ben nutriti, prima di chiudere la stalla accendeva un cero all’immagine del Santo posta in una nicchia sopra la porta. Il mattino seguente, dopo che gli animali erano stati ben governati, tutti gli addetti agli allevamenti, dai proprietari ai salariati, si recavano in paese per assistere alle funzioni religiose, durante la quale era dato loro l’immagine del Santo a riscontro della presenza al rito. 

 

Sant’Antòni dal gugìn, prutetùr di cuntadìn.
La ricetta del Chisöl

La ricetta del Chisöl

Ingredienti 
250 g di farina bianca 
90 g di zucchero 
70 g di burro fuso 
1 uovo 
3-4 cucchiai di latte 
1 cucchiaio di grappa 
1 bustina di vanillina 
1/2 bustina di lievito 
granella di zucchero 

Preparazione 

In una ciotola mescolate la farina, lo zucchero, il lievito e la vanillina.

Unite l’uovo ed il burro fuso e impastate il tutto aggiungendo 3 o 4 cucchiai di latte, in base alla consistenza dell’impasto, e la grappa.

Lavorate fino ad ottenere un composto liscio, che adagerete in una teglia coperta con la carta da forno, dandogli una forma ovale non più alta di 3cm.

Spennellate la superficie con del latte e distribuire della granella di zucchero.

Cuocete per 25-30 minuti a 170gradi.

Lasciate raffreddare il chisöl e servite. 
 

La ricetta del Chisöl

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